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Taiwan, la fine politica di Han Kuo-yu: rimosso da sindaco di Kaohsiung


In poco più di 18 mesi è cambiato davvero tutto a Taiwan. A novembre 2018 Han Kuo-yu vince le elezioni a Kaohsiung, seconda città dell’isola, e si laurea sindaco in una delle storiche roccaforti del Democratic Progressive Party (DPP). Lui, invece, sembra essere l’astro nascente del Kuomintang (KMT). La sua retorica populista e i balbettamenti in materia economica durante il primo mandato presidenziale di Tsai Ing-wen sembrano poterlo lanciare non solo a livello locale.

Infatti, nonostante la promessa che sarebbe rimasto sindaco e non si sarebbe distratto con il voto presidenziale di gennaio 2020, Han diventa il candidato anti Tsai. I sondaggi lo premiano fino a circa un anno fa, poi le proteste di Hong Kong (sommate al discorso di Xi Jinping del 2 gennaio 2019 in cui non garantiva il mancato uso della forza per la riunificazione) hanno iniziato a far girare il vento. Un vento che ha completamente cambiato versante anche per le sue incertezze e le sue numerose gaffe.

Dopo la sconfitta (annunciata) alle presidenziali dello scorso 11 gennaio, Han era entrato in disgrazia all’interno di un KMT che sta cercando disperatamente di rinnovare uomini e comunicazione per provare a mantenere la vocazione maggioritaria in un contesto elettorale sempre più lontano non solo dalla Repubblica Popolare ma anche dalla Repubblica di Cina.

Ora Han ha perso anche la poltrona da sindaco di Kaohsiung al termine di un voto di ricusazione promosso dai cittadini negli scorsi mesi. Non è il primo politico a perdere il posto in seguito a questo processo di voto, ma è il primo sindaco di una delle principali municipalità di Taiwan a subire questo destino. Dopo la raccolta firme per proporlo, il voto di ricusazione aveva bisogno della maggioranza dei voti favorevoli alla rimozione su un’affluenza di almeno il 25 per cento.

Si è recato alle urne il 42,14% degli elettori di Kahosiung il 97,4% ha votato a favore della rimozione contro il 2,6% a sfavore. Ciò significa che la ricusazione ha ricevuto più voti (939 mila) dello stesso Han quando è stato eletto sindaco (892 mila e 545).

Il voto viene interpretato anche come un “messaggio a Pechino”, visto che Han era visto come un politico non ostile al governo cinese, ma in realtà il voto è stato in questo caso del tutto domestico (e personale). Han era il candidato sbagliato alle presidenziali, e la sua fallimentare campagna ha convinto della sua inadeguatezza anche i cittadini di Kaohsiung.

source affaritaliani.it